
“Da discepoli a testimoni…la parabola di Pietro”.E’ stato
questo il tema del Convegno Missionario Giovanile(CoMiGi) tenutosi a Frascati
dal 28 Aprile al 1 Maggio. Organizzato dalla Fondazione Missio e dalla consulta
missionaria, il CoMiGi è un appuntamento che si ripete con una cadenza
triennale e da la possibilità a tutti i gruppi missionari di incontrarsi per
condividere un’arricchente esperienza insieme.Alta la presenza di pugliesi,
soprattutto della nostra capitanata.Oltre al gruppo Missio giovani Foggia erano
presenti giovani del centro Baobab di San Severo e di Missio Giovani
Manfredonia, nonché due vecchie conoscenze della nostra terra,Sr Tarcisia
Ciavarella (Foggia) e padre Fernando Zolli (Troia), entrambi comboniani;circa 250 i
giovani provenienti da tutta Italia
desiderosi di “ricaricare” il loro amore per la missione.L’evento non poteva capitare in un momento migliore
visto che quest’anno il Movimento Giovanile Missionario(oggi Missio Giovani)
festeggia i 40 anni dalla sua fondazione.

Quattro giorni vissuti intensamente con relatori che si sono
alternati nel difficile compito di spiegare la figura del primo papa.
Pietro,uomo dal carattere forte che riconosce in Gesù il Cristo ma che non
riesce ad accettare il drammatico epilogo della croce.Un messia così diverso da
quello che attendevano, che li ha lasciati soli proprio nel momento in cui
credevano di poter cambiare le cose.Allora che fare? Meglio tornare al suo
vecchio lavoro, il pescatore. Eppure una notte qualcosa non va come al
solito.Non riescono a pescare nulla. E proprio su questo passo del vangelo che
si sofferma don Amedeo Cristino, sacerdote della diocesi di San Severo e
direttore del Cum, provando a indossare i panni di Pietro e
spiegare le ansie e le emozioni vissute prima
e dopo l’incontro con il risorto. Il discorso di Pietro, uomo tra gli uomini,
forse più umano e dubbioso degli altri, culmina in una accettazione o in una
scoperta, quando dice, suggerisce don Amedeo, “non avevo capito in quel momento
che lui ci sarebbe bastato”, e poi: “tu sai che vorrei volerti bene Signore, ma
io questo sono…” ….quel “Ti Amo Signore” sussurrato con sincerità,ma con lo
sguardo basso per paura di incrociare quegli stessi occhi incontrati
nell’istante del suo rinnegamento.A Gesù basta questo, e gli affida il compito
di pascolare il suo gregge, ponendo la prima pietra sulla costruzione di una
Chiesa non impeccabile e guidata da super uomini, ma con la sue fragilità per
poter ogni volta trovare in Lui l’unica fonte di ispirazione.Continua Don
Amedeo… “Lui mi ha detto: seguimi. E io l’ho seguito, fino a quel colle
fuori dalla città, sulla croce. Volevo vedere il mondo capovolto”.
“Mettetevi a testa in giù ogni tanto a
guardare le formiche negli occhi”, come ha fatto Pietro quando ha deciso di
seguire Gesù, suggerendo di “provare a sperimentare altro", invertendo
l'usuale prospettiva. Il direttore del Cum
ha poi dato voce e pensiero all'apostolo
Pietro rispondendo alle domande dei ragazzi in sala. “Pietro, c’è differenza
tra la tua Chiesa e quella di oggi?”, hanno domandato dalla platea. “Io ho
capito una cosa: – ha risposto “don Amedeo-Pietro” – che Chiesa non deve mai
essere usata al singolare. Voi siete Chiesa e voi somigliate molto alla mia...
Poi ce ne sono altre che le somigliano meno. Voi avete tante cose belle che
somigliano a quelle dei primi giorni della Chiesa. Noi eravamo 12 apostoli ma
non c’è nessuno di noi che può dire d’avere avuto Gesù Cristo per intero.
Ognuno ha un pezzo di Gesù. Solo se ci stringiamo lo vediamo tutto. Lo abbiamo
ridotto ad una molecola ma che ci fai con quella molecola sola? Accostala a
quella degli altri”. Parole forti che sono arrivate dritte al cuore dei
giovani,e al contrario di altre esperienze del genere in cui ci si sofferma più
spesso a ricordare i momenti festosi per
agli incontri fatti, hanno trovato spazio riflessioni personali molto
intense.” E’ stata un’ esperienza semplicemente fantastica....quel magico
tendone è stato il punto di incontro di tutti coloro che hanno la missione nel
cuore…
Lui mi ha donato quella che è la mia
Missione: porre davanti a me stesso l'altro...è cio che contraddistingue un
Cristiano”… “quanti abbracci dati..quanti abbracci ricevuti…stringendoci
l’ un l’ altro..capisci che c’è qualcuno che crede in quello in cui credi tu!”…
“Ho affrontato un percorso che racchiuderei così: Dalla
paura e diffidenza alla scoperta della ricchezza dell'altro...”…” un’esperienza
a dir poco fantastica, da togliere il fiato anche a chi la propria fede l'ha
persa strada facendo... ci hanno aiutato a capire il vero senso della nostra
vita.. seguire Te ed essere in ogni istante tuoi testimoni e non più
discepoli.. siamo maturati e, come Pietro, siamo pronti a portare la tua parola
x il mondo e finalmente siamo pronti a rispondere alla tua domanda: ".. mi
ami?”.. "Signore io ti amo!!"… “Grazie Pietro che ci hai accompagnati
con le tue parole ci hai mostrato le tue incertezze che non sono così diverse
dalla nostre!”.Queste sono solo alcune delle emozioni che i ragazzi di Missio
Giovani Foggia hanno condiviso al loro rientro da questa esperienza, e hanno
voluto trasmetterle a modo loro,pubblicandole su Facebook;cogliendo a pieno
l’invito di Benedetto XVI a utilizzare i social network come nuovi mezzi di
evangelizzazione.La nostra missione parte da qui;la strada è tortuosa ma noi
vogliamo crederci;è tempo di uscire dai cenacoli e gettare le reti dove si
pensa di non poter pescare nulla proprio come ha fatto Pietro.
Nino Santoro – Segretario Diocesano Missio Giovani Foggia
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