"Sii tu quel cambiamento che vuoi vedere nel mondo"

mercoledì 16 maggio 2012

Convegno Missionario Giovanile (Comigi). "Da discepoli a testimoni..la parabola di Pietro"



“Da discepoli a testimoni…la parabola di Pietro”.E’ stato questo il tema del Convegno Missionario Giovanile(CoMiGi) tenutosi a Frascati dal 28 Aprile al 1 Maggio. Organizzato dalla Fondazione Missio e dalla consulta missionaria, il CoMiGi è un appuntamento che si ripete con una cadenza triennale e da la possibilità a tutti i gruppi missionari di incontrarsi per condividere un’arricchente esperienza insieme.Alta la presenza di pugliesi, soprattutto della nostra capitanata.Oltre al gruppo Missio giovani Foggia erano presenti giovani del centro Baobab di San Severo e di Missio Giovani Manfredonia, nonché due vecchie conoscenze della nostra terra,Sr Tarcisia Ciavarella (Foggia) e padre Fernando Zolli  (Troia), entrambi comboniani;circa 250 i giovani provenienti da tutta Italia  desiderosi di “ricaricare” il loro amore per la missione.L’evento  non poteva capitare in un momento migliore visto che quest’anno il Movimento Giovanile Missionario(oggi Missio Giovani) festeggia i 40 anni dalla sua fondazione.
Quattro giorni vissuti intensamente con relatori che si sono alternati nel difficile compito di spiegare la figura del primo papa. Pietro,uomo dal carattere forte che riconosce in Gesù il Cristo ma che non riesce ad accettare il drammatico epilogo della croce.Un messia così diverso da quello che attendevano, che li ha lasciati soli proprio nel momento in cui credevano di poter cambiare le cose.Allora che fare? Meglio tornare al suo vecchio lavoro, il pescatore. Eppure una notte qualcosa non va come al solito.Non riescono a pescare nulla. E proprio su questo passo del vangelo che si sofferma don Amedeo Cristino, sacerdote della diocesi di San Severo e direttore del Cum, provando a indossare i panni di Pietro e  spiegare le ansie e le emozioni vissute prima e dopo l’incontro con il risorto. Il discorso di Pietro, uomo tra gli uomini, forse più umano e dubbioso degli altri, culmina in una accettazione o in una scoperta, quando dice, suggerisce don Amedeo, “non avevo capito in quel momento che lui ci sarebbe bastato”, e poi: “tu sai che vorrei volerti bene Signore, ma io questo sono…” ….quel “Ti Amo Signore” sussurrato con sincerità,ma con lo sguardo basso per paura di incrociare quegli stessi occhi incontrati nell’istante del suo rinnegamento.A Gesù basta questo, e gli affida il compito di pascolare il suo gregge, ponendo la prima pietra sulla costruzione di una Chiesa non impeccabile e guidata da super uomini, ma con la sue fragilità per poter ogni volta trovare in Lui l’unica fonte di ispirazione.Continua Don Amedeo… “Lui mi ha detto: seguimi. E io l’ho seguito, fino a quel colle  fuori dalla città, sulla croce. Volevo vedere il mondo capovolto”.“Mettetevi a testa in giù ogni tanto a guardare le formiche negli occhi”, come ha fatto Pietro quando ha deciso di seguire Gesù, suggerendo di “provare a sperimentare altro", invertendo l'usuale prospettiva. Il direttore del Cum  ha poi dato voce e pensiero all'apostolo Pietro rispondendo alle domande dei ragazzi in sala. “Pietro, c’è differenza tra la tua Chiesa e quella di oggi?”, hanno domandato dalla platea. “Io ho capito una cosa: – ha risposto “don Amedeo-Pietro” – che Chiesa non deve mai essere usata al singolare. Voi siete Chiesa e voi somigliate molto alla mia... Poi ce ne sono altre che le somigliano meno. Voi avete tante cose belle che somigliano a quelle dei primi giorni della Chiesa. Noi eravamo 12 apostoli ma non c’è nessuno di noi che può dire d’avere avuto Gesù Cristo per intero. Ognuno ha un pezzo di Gesù. Solo se ci stringiamo lo vediamo tutto. Lo abbiamo ridotto ad una molecola ma che ci fai con quella molecola sola? Accostala a quella degli altri”. Parole forti che sono arrivate dritte al cuore dei giovani,e al contrario di altre esperienze del genere in cui ci si sofferma più spesso a ricordare i momenti festosi per  agli incontri fatti, hanno trovato spazio riflessioni personali molto intense.” E’ stata un’ esperienza semplicemente fantastica....quel magico tendone è stato il punto di incontro di tutti coloro che hanno la missione nel cuore…Lui mi ha donato quella che è la mia Missione: porre davanti a me stesso l'altro...è cio che contraddistingue un Cristiano”… “quanti abbracci dati..quanti abbracci ricevuti…stringendoci l’ un l’ altro..capisci che c’è qualcuno che crede in quello in cui credi tu!”… “Ho affrontato un percorso che racchiuderei così: Dalla paura e diffidenza alla scoperta della ricchezza dell'altro...”…” un’esperienza a dir poco fantastica, da togliere il fiato anche a chi la propria fede l'ha persa strada facendo... ci hanno aiutato a capire il vero senso della nostra vita.. seguire Te ed essere in ogni istante tuoi testimoni e non più discepoli.. siamo maturati e, come Pietro, siamo pronti a portare la tua parola x il mondo e finalmente siamo pronti a rispondere alla tua domanda: ".. mi ami?”.. "Signore io ti amo!!"… “Grazie Pietro che ci hai accompagnati con le tue parole ci hai mostrato le tue incertezze che non sono così diverse dalla nostre!”.Queste sono solo alcune delle emozioni che i ragazzi di Missio Giovani Foggia hanno condiviso al loro rientro da questa esperienza, e hanno voluto trasmetterle a modo loro,pubblicandole su Facebook;cogliendo a pieno l’invito di Benedetto XVI a utilizzare i social network come nuovi mezzi di evangelizzazione.La nostra missione parte da qui;la strada è tortuosa ma noi vogliamo crederci;è tempo di uscire dai cenacoli e gettare le reti dove si pensa di non poter pescare nulla proprio come ha fatto Pietro.

Nino Santoro – Segretario Diocesano Missio Giovani Foggia